Pesticidi e il loro effetto sulla salute umana
Pesticida è un termine generico per indicare una sostanza utilizzata per prevenire, allontanare o uccidere un insetto, fungo, roditore, erbaccia,ecc. More
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La simbiosi micorrizica permette di ottenere rese produttive e qualitative superiori in quanto incrementa l’assorbimento dei nutrienti e dell’acqua, aumenta la tolleranza ad alcune fitopatie e migliora la fertilità del suolo. Il costo dell’inoculo, poi, ha una bassa incidenza sul costo totale di produzione. I microrganismi simbionti e in particolare i funghi micorrizici arbuscolari sono diffusi in quasi tutti gli ambienti e hanno la capacità di instaurare rapporti simbiotici con un elevato numero di colture orticole, contribuendo così ad aumentare la sostenibilità dei sistemi orticoli e migliorare la qualità del prodotto. Numerose ricerche hanno dimostrato gli effetti positivi della simbiosi micorrizica con i funghi arbuscolari sui parametri vegeto-produttivi e sulle caratteristiche qualitative del prodotto di diverse specie ortive, come conseguenza soprattutto di una maggiore capacità di assorbimento dei nutrienti da parte delle piante micorrizate. Tuttavia, l’uso di pratiche agronomiche inappropriate in orticoltura (monosuccessione, fumigazione del suolo, apporti eccessivi di fertilizzanti, ecc.) determina una riduzione, a volte irreversibile, delle popolazioni indigene di micorrize. Ne consegue che la pratica dell’inoculazione artificiale degli apparati radicali di piante ortive con funghi micorrizici arbuscolari associata a una corretta tecnica agronomica rappresenta una via efficace per ripristinare la fertilità biologica del suolo e quindi la sostenibilità dei sistemi orticoli.
I risultati hanno evidenziato un effetto positivo della micorrizazione sullo sviluppo vegetativo delle piante e un minore decremento della produzione commerciabile nelle colture micorrizate.
Diversi sono i benefici che questa simbiosi apporta alla pianta ospite. Il principale è il migliorato regime nutrizionale che si ripercuote spesso su un maggior vigore delle piante soprattutto in condizioni di bassa fertilità del suolo. Ciò è dovuto alla costituzione di un ulteriore apparato di assorbimento per la pianta (rete di ife extraradicali) che possiede una più alta capacità di «sfruttamento» del suolo. Le ife extraradicali, avendo un diametro inferiore a quello delle radici fini, riescono a penetrare in pori di piccole dimensioni; esse si sviluppano anche su maggiori distanze superando eventuali zone depauperante di nutrienti, presenti nella soluzione circolante nel suolo, attorno alle radici. Vengono così migliorati gli assorbimenti di tutti gli elementi nutritivi e dell’acqua. In particolare la simbiosi micorrizica favorisce gli assorbimenti di macro (P, N, K, Ca, Mg) e micronutrienti (Cu, Zn, Fe), elementi che vengono trasportati a livello dell’arbuscolo (struttura fungina con funzione di scambio di elementi nutritivi tra pianta ospite e simbionte) e da questo ceduti alla pianta. La quantità di carbonio necessaria per sostenere il fungo, pari a circa il 20% del carbonio fotosintetizzato dalla pianta, è inferiore a quella richiesta dalla stessa pianta per produrre radici fini e per il loro turnover.
Le micorrize incrementano anche la tolleranza delle piante a condizioni di limitato stress idrico e salino, come risultato di un incremento della conducibilità idraulica delle radici, di un miglioramento della regolazione degli stomi e del potenziale osmotico cellulare e di una maggiore capacità di estrazione dell’acqua per una più elevata superficie di contatto del sistema ife-radici con le particelle del suolo.
Un ulteriore vantaggio conferito dalle micorrize riguarda la maggiore tolleranza delle piante micorrizate agli inquinanti nel suolo e in particolare ai metalli pesanti mediante meccanismi ancora poco conosciuti.
Piante micorrizate potrebbero quindi essere prese in considerazione per il recupero di suoli contaminati.
Le micorrize influenzano indirettamente la crescita della pianta favorendo la strutturazione del suolo e migliorando la stabilità degli aggregati attraverso l’aumento del livello di carbonio nel suolo (i funghi micorrizici arbuscolari possono rappresentare oltre il 50% della biomassa totale microbica del suolo) e il rilascio di sostanze cementanti gli aggregati (ad esempio la glomalina).
Gli inoculi di funghi micorrizici arbuscolari disponibili in commercio presentano diverse formulazioni (granulari, scaglie, polvere, pastiglie e gel) studiate per poter semplificare l’utilizzo e adattarsi alle varie esigenze colturali. Questi inoculi sono composti da una matrice organica e/o inorganica e da più ceppi o da un unico ceppo fungino. Spesso vengono addizionati con fertilizzanti organici e/o con batteri della rizosfera e/o con il fungo Trichoderma spp.
La contemporanea presenza insieme alle micorrize di microrganismi antagonisti tipici dell’ambiente tellurico dovrebbe permettere di migliorare la crescita radicale e vegetativa delle piante, favorendo condizioni di maggiore sanità della rizosfera.
Di norma si consiglia l’applicazione di inoculi fungini alla semina o al trapianto al fine di permettere l’istaurarsi del rapporto di simbiosi già nelle prime fasi del ciclo colturale.
Nel primo caso l’inoculo può essere mescolato al substrato prima della semina in vivaio o distribuito insieme al seme nel caso si adotti la semina diretta in pieno campo.
Nel secondo caso, al trapianto, l’inoculo va collocato immediatamente sotto la piantina il più vicino possibile all’apparato radicale, in modo tale che il contatto tra l’inoculo e le radici favorisca una rapida micorrizazione.
Alcuni formulati polverulenti sono commercializzati per applicazioni mediante l’impianto di fertirrigazione e quindi permettono di semplifi care l’applicazione sulle colture e di effettuare anche successivi richiami in copertura. Affinché l’inoculo resti vitale è importante conservarlo in luogo fresco e areato, al riparo dalla luce del sole e dagli sbalzi termici.
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Seguendo quanto espresso dal Regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 ottobre 2009, che ha istituito un « quadro per l’azione comunitaria ai fini di un utilizzo sostenibile dei firofarmaci », il primo gennaio entrerà in vigore l’obbligo per gli agricoltori di adottare metodi di difesa integrata. In Italia, il Decreto Legislativo n. 150 del 14 agosto 2012 è l’attuazione della Direttiva 2009/128/CE. In riferimento all’art. 1, 3, 14 e all’allegato III della di tale direttiva e agli articoli 18, 19, 20 e 21 e dell’allegato III del Dlgs. 150/2012, viene ripreso il concetto di agricoltura sostenibile attraverso la promozione di tecniche colturali integrate e di approcci alternativi alla difesa chimica. La difesa integrata, secondo la norma, è racchiusa negli 8 punti citati nell’allegato III:
1. Uso di tecniche integrative (mezzi agronomici, genetici, igienici, impiego di organismi utili);
2. Monitoraggio, previsione e allertamenti;
3. Soglie di intervento territoriali;
4. Priorità ove possibile a mezzi biologici, fisici;
5. P.F. selettivi e a minor rischio possibile;
6. Dosi ridotte, ridotto n° di trattamenti per limitare l’insorgenza di resistenze;
7. Diversificazione delle s.a. per limitare l’insorgenza di resistenze (diverso meccanismo d’azione);
8. Verifica del grado di successo delle strategie impiegate;
Tutela ambientale e riduzione degli agrofarmaci. Nel PAN (Piano di Azione Nazionale), il vero volano applicativo della legge, realizzato dal governo italiano, questa norma assume il titolo di “Strategie fitosanitarie sostenibili”, che include la difesa integrata e la difesa biologica. Gli obiettivi primari sono la tutela dell’ambiente, degli operatori e dei consumatori, unita alla protezione della biodiversità attraverso la riduzione dell’utilizzo di agrofarmaci. L’applicazione della difesa integrata obbligatoria prevede l’adozione di tecniche di prevenzione, contenimento e lotta alle infestanti, l’utilizzo di mezzi biologici contro i parassiti e l’uso di agrofarmaci che presentino una minore pericolosità per l’uomo e per l’ambiente.
Informazioni per le aziende. Le aziende agricole dovranno farsi carico di tutti gli obblighi legislativi riguardanti le limitazioni del numero e delle tipologie di interventi e dei volumi di adacquamento e le osservanze delle soglie di intervento previste dalla difesa integrata. Per loro sarà possibile aderire al marchio di qualità SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata) e in tal caso gli agricoltori dovranno tenere fede a disciplinari ben precisi. Gli agricoltori dovranno avere accesso a una vera e propria rete informativa che li aggiorna su dati meteorologici, tempi di rientro e bollettini informativi.
Molti degli obiettivi indicati dal PAN richiederanno ingenti risorse economiche specificamente finalizzate a coprire i costi, che si annunciano rilevanti. Sono stati rilevate perplessità sulla disponibilità di tali risorse. I problemi di applicazione del decreto legislativo sono anche derivati da una mancanza di comunicazione e coordinazione sul territorio. La difesa integrata obbligatoria potrebbe mutare il panorama generale di gestione dell’agricoltura.
EcoBioGreen Sarl, società specializzata nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie per salvaguardare l’ambiente, ha integrato prodotti e aziende che per più di 30 anni si sono dedicati alla ricerca e allo sviluppo di innovazioni essenziali per i prodotti di uso quotidiano.
Siamo impegnati quotidianamente per migliorare la qualità dei prodotti alimentari e incrementare lo sviluppo delle attività ecosostenibili.
Lo stesso impegno viene dedicato alla ricerca e allo sviluppo di prodotti naturali per l’agricoltura, gli allevamenti e per la salvaguardia dell’ambiente.
La ricerca si estende allo sviluppo e alla produzione di concimi organici da applicare al suolo e agli attivatori biologici naturali con funzione antiparassitaria, utilizzati in agricoltura, floricoltura e giardinaggio.
Tutto viene realizzato in perfetta linea con i le nuove direttive e principi emanati dal Parlamento Europeo in materia di Difesa Integrata Obbligatoria: questo garantisce il pieno utilizzo di tutti i prodotti Ecobiogreen, senza nessun limite di utilizzo, in quanto la nostra ricerca si estende allo sviluppo e alla produzione di concimi organici e attivatori biologici naturali a base di microrganismi miscelati con diversi elementi essenziali per le piante, che garantiscono sia una funzione miglioratrice del terreno continuando a svilupparsi autonomamente come flora benefica, sia un’azione antiparassitaria contro le principali patologie fungine, virali e batteriche, garantendo risultati eccellenti in campo agricolo, orticolo e floricolo.
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